di Francesca Orioli
SANTA MARIA PRESSO SAN SATIRO
In via Torino a Milano, tra la foga dei negozi di pieno centro, c’è un gioiello d’arte: è la decorazione pittorica della chiesa di Santa Maria presso San Satiro. Il pesante cancello di ferro che racchiude la chiesa, a sua volta stretta da palazzi, certo non esorta ad entrare. Ma sforziamoci, anche con le borse dello shopping. Varchiamo il portone d’ingresso della bella facciata rinascimentale.
Guardiamo verso il fondo, l’abside è superba: una preziosa volta a botte con lacunari di stucco dorati, colonne e nicchie che spingono lo sguardo verso il dipinto di san Satiro, fratello del più famoso Ambrogio. Dopo un approccio iniziale diffidente ora si percepisce l’invito ad entrare, ad avvicinarsi, ad arrivare in fondo. Ma che succede, è tutta una finta, un inganno dell’occhio? La volta non c’è, le colonne sono piatte, i cassettoni inventati, tutta l’abside è un muro livellato.
Accidenti che effetto che fa! Beh, del resto non è mica stata dipinta dall’ultimo pirla! L’opera magica è del Bramante e questa sua fuga prospettica è considerata l’antesignana di tutte le opere ‘trompe l’oeil’ che ne seguirono. In 97 cm di profondità l’artista ha dato l’illusione di ben 9,70 metri di volta! Un capolavoro, in una Milano densa di monolocali e spazi ristretti l’architetto-pittore rinascimentale alla corte sforzesca ha dato la sua soluzione ai problemi di spazio. Chissà come sarebbe sembrato spazioso l’appartamento del ragazzo di campagna se le pareti le avesse pitturate il Bramante.
La chiesa di Santa Maria presso San Satiro è all’inizio di Via Torino sulla sinistra con duomo alle spalle (fermata della metro: Duomo) orari martedi-sabato 9.30-17.30; domenica 14-17.30, ingresso gratuito
SAN BERNARDINO ALLE OSSA
Sempre in zona Duomo, dietro Piazza Fontana sorge la Chiesa di San Bernardino, la cui cappella-ossario suscita un mix di sensazioni tra il rispetto per i defunti e un profondo senso macabro.
La piccola struttura a pianta quadrata è interamente decorata da ossa: teschi, femori, vertebre e tibie modellano crocifissi, ornano cornicioni, creano motivi alle pareti.
Le origini dell’ossario risalgono al 1210 quando venne costruita una camera per accogliere le ossa dei defunti a fianco dell’ospedale di Brolo, dedito alla cura dei lebbrosi, e all’annesso cimitero. Solo nel 1269 venne costruita anche la chiesa. Entrambi, chiesa e ossario, subirono un grave danneggiamento nel 1642 quando il campanile della chiesa di Santo Stefano Maggiore crollò. Ma entrambi vennero velocemente ricostruiti: la chiesa venne riprogettata per essere più ampia per le esigenze di funzione del culto dei morti e la camera-ossario venne rivisitata di conseguenza. Entrambi in stile barocco e rococò: che già come stili architettonici creano un certo senso di oppressione, con il decoro fatto di ossa…figuriamoci, diciamo che non regna l’accoglienza… La facciata venne completata nel 1776 e assomiglia più ad un palazzo signorile settecentesco che ad un luogo di culto, creando una certa aspettativa dall’esterno che viene poi presto smentita.
In un posto così lugubre non può mancare la leggenda funerea: si dice che il 2 novembre di ogni anno una bambina le cui ossa sono sepolte nell’ossario trascini tutti gli scheletri, ricomposti per l’occasione, in una tetra danza. Halloween ci fa un baffo.
La chiesa è in Piazza Santo Stefano, l’ossario è visitabile dal lunedi al venerdi dalle 8.00 alle 18.00 e il sabato dalle 9,30 alle 18.