di Francesca Orioli
Agosto 2019
Un viaggio lungo il perimetro dell’Isola Verde Smeraldo, con l’idea di godersi la sterminata natura, quindi trekking e camminate come scopo principale: Irlanda del Nord, il Connemara, le Isole Aran, le Cliffs of Moher, la penisola di Dingle, il parco nazionale di Killarney. Con uno sguardo alle città: Dublino, Belfast, Galway
Sul ‘cielo d’Irlanda che corre con te’ della Mannoia avrei qualcosa da ridire: corre quando ci sono simpatiche nuvole bianche su sfondo azzurro, ma ti si pianta sopra quando cumulonembi stratocumuli e nembostrati si danno appuntamento tutti assieme, in quel caso corri tu a cercare riparo. E se il suddetto cielo ‘è una donna che cambia spesso d’umore” con noi aveva spesso le scatole girate. Forse non siamo stati molto fortunati ma è risaputo che il meteo in Irlanda non è la cosa più entusiasmante e inevitabilmente ogni programma di viaggio ne deve tenere conto. Racconto qui il nostro itinerario giorno per giorno come pianificato: poi la cancellazione dei traghetti ha fatto anticipare alcune tappe per poi tornare indietro a recuperare i giorni persi, per fortuna i gestori dei nostri B&B si sono rivelati flessibili.
Alcune informazioni generali
TRASPORTI: le strade sono buone ma gli irlandesi ci sono sembrati un po’ pecoroni alla guida: non sorpassano mai e nelle strade più strette si creano torpedoni. Pochi sono i tratti in cui le Motorway sono a pagamento (avremmo speso circa 10 euro di autostrada in tutto). Noi abbiamo noleggiato l’auto all’aeroporto di Dublino con la Sixt e ci siamo trovati bene.
PERNOTTAMENTI: i B&B a conduzione famigliare, ovvero porzioni di casa adibite agli ospiti, sono molto diffusi per cui potrebbe essere semplice improvvisare senza prenotazioni. Noi per forma mentis abbiamo sempre prenotato almeno qualche giorno prima utilizzando Booking-Airbnb o contattando direttamente le strutture trovate col sito https://www.ireland.com/accommodation/. Si tratta solitamente di case molto carine, curatissime e pulite, con proprietari molto gentili. Prezzi medio-alti.
CIBO: sfuggire al fish&chips si può. Ottime le zuppe di pesce, si può trovare il salmone cucinato senza troppi condimenti (ma qualche salsa è inevitabile), top lo stufato alla Guinness. Qualche B&B propone colazione Full Irish (con salsiccia, bacon, uovo, pudding, funghi, pomodori) per iniziare la giornata con energia. Attenzione alla cena: nel paese delle pecore mangiano con i polli e la maggior parte dei locali chiude la cucina alle 20.30-21. E’ tipico mangiare nei pub, spesso accompagnati da musica dal vivo. Le birre, nonostante vanno via a fiumi, non sono economiche (mediamente 6 euro per una pinta).
ABBIGLIAMENTO: in agosto la temperatura si aggira mediamente tra i 10 e 20 gradi, pioggia e vento sono all’ordine del giorno. Mantella per l’acqua indispensabile: metti la cerata-togli la cerata sarà un’occupazione frequente, Giacchetto antivento indispensabile, pantaloni in tessuti tecnici che si possono asciugare velocemente, sovra-pantaloni da moto possono essere utili. Scarpe con buona suola (2 paia per il rischio pioggia) anche in considerazione della scivolosità di sentieri e rocce bagnate.
Può far comodo sapere che spesso le lavatrici/asciugatrici automatiche sono nelle stazioni di servizio.
1° GIORNO: BELFAST
Arrivati all’aeroporto di Dublino e preso possesso dell’auto ci spostiamo subito verso nord. Passiamo da Newgrange, un luogo di sepoltura antichissimo risalente al 3200 a.C. di forma circolare. Purtroppo le visite guidate era full per tutto il pomeriggio, potrebbe valere la pena prenotare contattando i riferimenti sul sito www.newgrange.com.
Tiriamo quindi dritto per Belfast, città teatro degli scontri tra Unionisti e Lealisti che si sta egregiamente risollevando dal periodo buio durato fino agli anni ’90. Il centro è molto vivace, pieno di locali e murales d’impatto. Visita al Titanic Quarter, eccellente riqualifica dell’area del porto e del cantiere navale che diede i natali al transatlantico più famoso del mondo. Prima esperienza di pub al Duke of York, superata con successo!
Pernottamento: Alexandra Park Town House 223 (camera semplice spaziosa e pulita – prenotata con Booking)
Money Exchange: presso il centro commerciale Castle Court
2° GIORNO: BELFAST-DARK HEDGES
Con la macchina andiamo alla ricerca dei murales disseminati nella città testimoni del tormentato passato: sinceramente mi hanno un po’ deluso (molto meglio quelli che troveremo poi a Derry). Giro per il ‘Peace Wall’in Fall’s road, ‘Bobby Sands’ sempre in Fall’s road vicino alla Cornegie Library, la ‘Mano Rossa’ all’angolo di Blythe street vicino a Matilda Drive i più significativi che abbiamo trovato. Poi passeggiata per il centro con Cattedrale di S.Anna, l’interessante Market St. George (aperto ven-sab-dom), City Hall – niente di imperdibile ma la città nel suo complesso ci è piaciuta per il suo dinamismo e voglia di riscatto.
Nel pomeriggio ci muoviamo verso nord, destinazione Dark Hedges, il viale alberato permeato di magia e mistero reso famoso dal Trono di Spade. Tutta la zona qui si presta a seguire il set della serie, ci sono veri e propri tour già impachettati o ce lo si può creare da sè. Per immortalare gli intrecci maliardi bisogna pazientare fino a sera, appena prima del buio, o alla mattina molto presto, altrimenti il flusso di visitatori renderà cestinabile le vostre foto.
Pernottamento: B&B Fernmount, Armoy prenotato con AirBnB (ottimo, con spaziale full irish breakfast – a 3 miglia dalle Dark Hedges)
Cena: The scenic Hill, buono il salmone, prezzi giusti
3° GIORNO: GIANT’S CAUSEWAY
Sveglia alle 5 per ritentare gli scatti liberi dalla calca alle Dark Hedges: schiera di fotografi all’attacco a inizio viale ma a parte qualche simpaticone che doveva proprio passare in quel momento e un fotografo con due sposi, gli scatti sono risultati fattibili. Al rientro full irish breakfast meritatissima.

Ci spostiamo a Bushmills, al Giant’s Causeway Visitor Center per inizialre la nostra passeggiata costiera. Ci mettiamo un po’ a capire la dinamica del parcheggio: quello del visitor center è possibile solo con acquisto del biglietto per l’esperienza al centro visite (audioguida, audiovisivi e materiale interattivo su storia e geologia – se si è interessati solo al parcheggio magari si potrebbe acquistare solo un ticket – 12,5£ se acquistato in loco, 11£ via web), oppure c’è il parcheggio della railway station (8£ prezzi 2019) o un altro poco distante. Piove a dirotto ma partiamo fiduciosi e siamo premiati. Dopo circa 1km di cammino si incontrano i curiosi esagoni di basalto (attenzione: bagnati e scivolosi), poi proseguiamo la nostra passeggiata in costa per un totale di circa 15 km dapprima sopra scogliere a strapiombo e anfiteatri di roccia abitate da pecore, poi rocce più basse fino ad una lunga spiaggia.

Alla fine del percorso ci siamo fatti attirare dal ponte sospeso (Carrick-a-bridge) decisamente evitabile. Per ritornare al visitor center a recuperare la macchina ci sono bus di linea.
Pernottamento: Welcome Rest, Ballintoy stanze pulite con bagno in comune, colazione self service.
Cena: ottime recensione per O’Connor Bar di Ballycastle infatti c’era una super coda, noi siamo andati al pub di fronte, non male.
4° GIORNO: CAUSEWAY COASTAL ROUTE- DERRY-SLIGO
Percorriamo parte della strada panoramica della Causeway Coast fermandoci ad ammirare le rovine del Dunluce Castle, e visita al Downhill Demesne con Mussenden Temple. Il sole e il cielo con scampoli di azzurro ci rende la passeggiata immersa nel prato verde davvero godibile.

Sosta a Derry/Londonderry città di confine dal doppio nome a seconda della nazionalità di chi la cita. Le lotte per la mancata indipendenza sono passate di qui: oltre al giro sulle mura che può essere piacevole, la cosa più interessante sono i murales repubblicani del quartiere Bogside, che testimoniano il ruolo centrale della città nelle lotte dei Troubles e della Bloody Sunday. Non manca il murales che suggella l’alleanza tra gli irlandesi cattolici e il Che, oltre a bandiere con falce e martello perché si sa che il nemico del nemico diventa amico.

Proseguiamo il nostro viaggio verso l’abbazia di Sligo, quel che resta di un complesso di frati domenicani. Ci fermiamo a Westport, cittadina di passaggio con un centro grazioso e curato.
Pernottamento: B&B Rise&Shine, molto curato e a pochi passi dal centro
Cena: The Cobbler’s Bar, buona la zuppa e le cozze
5° GIORNO: CONNEMARA NATIONAL PARK
In un’oretta raggiungiamo il Connemara Visitor Center per la nostra passeggiata nel parco nazionale. Troviamo le cartine illustrative con i sentieri: il giallo e il blu rimangono in basso, il rosso è il più interessante che sale alla Diamond Hill che offre una vista sul fiordo, dove la terra sembra lacerata, brandelli di una bandiera trafitta dal vento. La salita è di circa 3,5 km con 450-500 m di dilivello, con altri 3,5 km si scende ad anello per ritornare al visitor center: 3 orette in tutto, esclusa la sosta in cima nell’attesa che smettesse di piovere!

Andiamo a scattare qualche foto alla scengrafica Abbazia di Kylemore (che non visitiamo all’interno) poi raggiungiamo Omey, un’isola tidale ovvero una penisola che diventa isola con l’alta marea. Noi lasciamo la macchina in terraferma e ci incamminiamo verso la lunga lingua di sabbia ma la traversata è possibile anche in auto, con tanto di cartelli che segnano la direzione. D’obbligo consultare il bollettino delle maree appeso a fine terraferma. Prima con nonchalance poi con un po’ di premura percorriamo il perimetro (5-6 km) di questa selvaggia isoletta dimenticata dai venti, meta di campeggiatori eremiti e amanti del silenzio selvatico. Appena in tempo: puntuale come la pendola il mare ci segue alle calcagna e i cartelli stradali vengono inghiottiti. Qualcuno dietro di noi attraversa con le scarpe in mano; una mandria di cavalli si prepara a far provare l’ebbrezza della traversata ad un gruppo di turisti.

Pernottamento: Ard Na Mara Beach Cottage, Renvyle, 13 km a nord del Connemara Visitor Centre: una casa di bambola con vista oceano, la miglior colazione Full Irish con impiattamento da chef – top. Cena su prenotazione
Cena: Buona cena al pub Paddy Coynes a Tullicross ,ma dopo aver scoperto le doti culinarie della padrona del B&B avremmo optato certamente per la cena in casa.
6° GIORNO: CONNEMARA NATIONAL PARK – GALWAY
Esploriamo, in auto, la parte meridionale del Connemara. Giro per Clifden nell’attesa che smetta di piovere poi prendiamo la famosa Sky Road. Consigliato il giro in senso antiorario partendo da sud, così si ha la costa davanti. Incontriamo le rovine del castello di Clifden, raggiungibili con una passeggiata di circa 1km. Forse colpa del tempo che è dei migliori ma questa sky road ci sembra così fantasmagorica, picchi dei Twelve Bens non per nuvole besse. Molto più originale la strada panoramica L1105 quella che porta verso Roundstone evitando la strada diretta. Il paesaggio è un gruviera di laghetti, il terreno è una torbiera, brullo disseminato da percore ispide. Tappa a Laugh Inagh, classico paesaggio montano intorno ad un lago.

Raggiungiamo Galway in tempo per una passeggiata pomeridiana e la cena: Eyre Square, Latin Quarter (la via dei pub), promenade sulla baia.
Pernottamento: Breanlaughhaum Brian Hill (via Booking) un po’ fuori dal centro ma con autobus a poca distanza – stanze semplici con bagno in comune.
Cena: Mc Swigganns, non male, consigliato dal nostro B&B
7° GIORNO: CLIFFS OF MOHER – THE BURREN IN AUTO
Partenza per le Cliffs of Moher, poco più di un’oretta da Galway. Il biglietto d’ingresso è sostanzialmente tradotto nel costo del parcheggio (che poi include il visitor center experience) che si paga a persona, abbiamo visto famiglie mettere giù i figli prima di passare al gabbiotto del parcheggio. Prezzo al 50% se acquistato online, anche un minuto prima di entrare nel parcheggio (4 euro a testa invece di 8-prezzi 2019). Per godersi appieno le strepitose Cliffs è consigliabile percorrere tutta la passeggiata di 5km fino a Hags: le scogliere mozzano il mare e il nostro fiato. La luce purtroppo non è delle migliori, appiattisce ogni insenatura, forse solo Ansel Adams ne avrebbe tirato fuori uno scatto degno. Ma ci godiamo lo spettacolo, scoprendo altri scorci nei 5km di ritorno (eventualmente c’è una navetta che copre il tragitto Doolin-Liscannor).

Riprendiamo la macchina e seguiamo un percorso trovato in alcune guide per esplorare la zona del Burren. Qui la particolarità è il suolo calcareo, un lastricato di rocce grigie e muretti artificiali creati con la stessa materia. Riporto il percorso in auto che tuttavia non ci ha fatto impazzire (meglio il trekking a piedi che intraprendiamo il giorno successivo):
Ballyvaughan e la Bishop’s Quarter Beach (evitabile)/Grotte di Aillwee (che snobbiamo visto che siamo reduci da Postumia..) ma potrebbero essere interessanti/con l’aiuto del gps Maps.me e di un abitante della zona troviamo il piccolo sito funerario Gleninsheen Wedge segnalato come importantissimo dalla lonely ma per niente valorizzato ne’ segnalato-siamo perplessi/Poulnabrone Dolmen il sito funerario di 5000 anni/Strada R480 è il tratto più interessante per farsi l’idea del terreno lastricato/Leamaneh Castle ediificio del 1400 di per sè interessante ma collocato in un contesto malandato circondato di catapecchie.

Pernottamento: Hill View House a Kishanny, buona soluzione con uso cucina.
Cena: O’Connor Pub di Doolin con suonatori di musiche tipiche.
8° GIORNO: TREKKING NEL BURREN – CLIFFS OF MOHER
Ci avventuriamo in un percorso a piedi nel Burren seguendo il Caher Valley Loop: 14,5 km per 3,5-4 ore. Si parcheggia a Fanore Beach e si procede puntando la chiesetta del paese (St. Patrick) seguendo le colonnine esplicative a bordo strada. Purtroppo prima di salire sulle alture lastricate si percorrono 5km procedendo su una stradina asfaltata a fianco del torrente, dalla chiesa al Fermoyale Cottage (non la farm) qui si gira a destra e la camminata si fa interessante. Si sale sulle colline di lastre calcaree e muretti da superare grazie ai passaggi anti-pecora, si cammina paralleli all’oceano.

La discesa, altri 5km è di nuovo su strada ma comunque affascinante tra cottage e vista mare. Pensavamo di fare una puntata al Black Head la punta più settentrionale della contea di Clare ma vediamo lo spiraglio di sole e ci fiondiamo di nuovo alle Cliffs of Moher. Stavolta parcheggiamo seguendo l’indicazione Guerin Path un po’ oltre il visitor center, veniamo comunque spillati di 5 euro a testa. Ci rifacciamo la passeggiata illudendoci di fare foto migliori del giorno prima.
Pernottamento: Hill View House
9° -11° GIORNO: ISOLE ARAN – INIS OIRR E INIS MOR
Un tuffo nel passato alla scoperta delle meravigliose isole Aran

TUTTE LE INFO QUI: ISOLE ARAN RITORNO AL PASSATO
12°GIORNO: PENISOLA DI DINGLE
La prima delle cinque penisole meridionali che sembrano voler trascinare l’intera Irlanda verso l’oceano atlantico è la Dingle Peninsula. Qui la Wild Atlantic Way, l’infinita strada panoramica che segue tutto il perimetro occidentale dell’Irlanda da nord a sud, sfoggia uno dei suoi lati migliori. Lungo tutta la penisola si srotolano ben 179 km di sentieri, per chi ha a disposizione una settimana potrebbe fare l’anello con partenza e arrivo a Tralee, capoluogo della contea di Kerry. Noi non abbiamo tutto questo tempo a disposizione e ci limitiamo ad alcune tappe con l’auto e al tentativo di salita al Mount Brandon (andato storto per via del tempo). La nostra esplorazione è iniziata dalla Inch Strand, a sud: una penisola della penisola, una lingua di sabbia che si estende per 5km. Battuta dal vento è il paradiso dei surfisti.
Puntiamo poi verso la cittadina di Dingle, ma poco prima di arrivare scoviamo un angolo di paradiso. Una stradina sulla sinistra, prima dell’ingresso in città, ci porta all’inizio della baia, al restringimento verso il mare aperto. Lasciamo la macchina e ci incamminiamo verso la deliziosa spiaggetta e poi verso il piccolo faro.

Giro per Dingle, vivace località con un’altissima concentrazione di pub e gite in barca per avvistare il delfino Fungie, abitante della baia dal 1983 e mascotte della cittadina. Proseguiamo sulla Slea Head Drive, una strada panoramica di forte impatto a picco sulle scogliere (molto stretta in certi punti si creano intasamenti aggrovigliati). In fondo ci attende il Dunmore Head un promontorio verdissimo pieno di pecore che si godono la vista su scogliere e oceano. Un vero spettacolo, del resto l’ultimo Jedi è passato anche di qua.

Pernottamento: Mount Brandon Hostel, una soluzione economica (rispetto alla media irlandese) per chi si adatta, ottima accoglienza.
Cena: O’Connor Pub, non male gli antipasti mentre i main courses sono tendenzialmente fritti.
13°GIORNO: PENISOLA DI DINGLE-RING OF KERRY-PORTMAGEE
Di buon’ora siamo pronti per la salita al Monte Brandon, che con i sui 953 m è la montagna più alta della penisola. Il meteo, che il giorno prima ci aveva regalato soddisfazioni, ora è plumbeo, soprattutto in cima. Ma noi partiamo, confidando nelle nubi che corrono veloci. Intraprendiamo il Pilgrim’s Path partendo dal piccolo parcheggio a 2km del Faha Grotto nel paese di Cloghane, (ma c’è anche un sentiero che sale dal versante opposto e si smoda attraverso le stazioni della via Crucis).

Si sale subito, in modo costante, sguardo avanti nuvole grigie sulla cima, sguardo al cielo qualche spiraglio speranzoso, sguardo indietro là dove il mare luccica. Ma tira forte il vento, e scende la pioggia, ma che fa, ci inzuppa incollandoci addosso la mantella. Noi stoici proseguiamo, ma non smette. E siamo avvolti nelle nuvole. Ci convinciamo dell’insensatezza e, mantella fra le gambe, scendiamo. Il mare non luccica più e le speranze, all’ultimo, sono morte.
Trasferimento a Portmagee, (porto di partenza delle imbarcazioni per le Skellig) percorrendo un primo tratto del Ring of Kerry. Il tempo non è dei migliori ma la strada tra costa e colline verdi dà comunque spettacolo.
Pernottamento: M&D Air B&B Cottage a Portmagee, prenotato con booking, camere in una casa carina e accogliente, con uso cucina
14° GIORNO SKELLIG ISLAND
Mattina dedicata alla gita con sbarco a Skelling Michael, info utili per la prenotazione QUI: SKELLIG MICHAEL LANDING TOUR

15° GIORNO: KILLARNEY NATIONAL PARK
Arrivati la sera prima, esploriamo il Killarney N.p, con un bel trekking intorno al lago. Iniziamo di buon’ora al mattino con la visita all’affascinante rovina della Muckross Abbey e con il giro attorno alla Muckross House con i suoi giardini curatissimi.

Poi si va verso il perimetro del Muckross Lake, camminiamo in direzione delle Torc Falls, saliamo per i gradoni di pietra per raggiungere i punti più alti e goderne del panorama. Si possono seguire tre ‘loop’ contrassegnati da altrettanti colori – giallo, rosso, blu. Noi optiamo per il rosso che però seguiamo al contrario salendo attraverso boschi fitti ricchi di felci ed eriche per arrivare ai view point sul Muckross Lake e sull’adiacente Lough Leane La discesa a livello lago è una lunga scalinata di sassi scivolosi circondati da corde muschiate a cui tenersi (che poi è la salita del percorso rosso), proseguiamo verso il ‘meeting of the waters’ e proseguiamo sulla lingua di terra che separa il Muckorss dal Lough Leane per tornare, immersi nel verde, verso l’abbazia, avendo percorso 14 km. Il giro a livello lago è fattibile anche in bici, il percorso deve avvenire rigorosamente in senso antiorario.

Vale la pena, prendendo la macchina, percorrere la strada – parte del Ring of Kerry che sovrasta i laghi soffermandosi al Lady ‘s view Point per una vista spettacolare.

Pernottamento: Alran Heights 2 con Airbnb ottima camera in bella casa, molto curata a 6km dal Killarney Visitor Center
Cena: Danny Mann Pub con un ottimo stufato alla Guinness.
16° GIORNO KINSALE-ROCK OF CASHEL-KILKENNEY
Kinsale è una bella cittadina con case colorate e bei negozi, facciamo una passeggiata per il centro e sulla penisoletta dove sorgono le rovine del James Fort, bel punto di vista su più importante Charles Fort. Questa fortezza merita sicuramente una visita all’interno, dove la guida racconta, con dovizia di particolari, tutte le cantonate che hanno preso i progettisti nell’erigere il castello…che, del resto, erano inglesi!

Proseguiamo verso Rock of Cashel, snobbando la città di Cork che a primo impatto non ci sembra valer la pena. Rock of Cashel ha un fascino incredibile, è una maestosa cattedrale in rovina che si staglia su una verdissima collina. Annessa alla cattedrale, una pregiatissima cappella romanica del 1200 che si visita con guida. Scendendo dalla collina e attraversando la strada raggiungiamo la Hore Abbey un’ulteriore rovina interessante di per sé e per la vista verso Rock of Cashel..Arriviamo a Kilkenney in serata.

Pernottamento: stanza privata da Maria ‘Easy access to town’ su Airbnb, stanza semplice e pulita ma troppo cara per il servizio offerto.
Cena: Matt the Miller’s pub, buoni i burger – ma ci servono la birra Kilkenney nel bicchiere della Guinness!!
17°-18° GIORNO – DUBLINO
Per gli ultimo due giorni del viaggio ci riserviamo Dublino, una città che, a dire il vero non ci ha particolarmente entusiasmato. L’attrazione più visitata a Dublino è senza dubbio la Guinness Store House, il museo della celebre birra installata nella vecchia fabbrica con un percorso a forma di bicchiere: ingredienti, fasi della lavorazione, prova di spillatura…tra design, colpi scenografici in una buona dose di marketing, il tutto a caro prezzo.

Ma la cosa più interessante di Dublino – per i non-fan della Guinness – è la Old Library del Trinity College, la maestosa libreria del 1700 che custodisce oltre 200 mila volumi in un lungo corridoio di 65 metri. Al Trinity College vengono organizzate visite guidate (agli esterni) raccontate dagli studenti stessi (anche in italiano).

Non sono tante le attrazioni turistiche della città: il castello, che ci basta vederlo da fuori, il parco Stephen’s green, brulicante punto di incontro, la cattedrale di St. Patrick e la Christ Church belle come tante belle chiese italiane, care come poche. La cosa che ci piace di più della città è Temple Bar: una via di locali animatissimi dall’aspetto curato e old fashion. E’ l’ora del tramonto,’ e l’atmosfera è davvero piacevole…forse sul tardi con l’aumentare dei bicchieri vuoti e della gente piena l’aria potrebbe diventare più molesta.
Pernottamento: The Camden Hotel, buono ma rumoroso in quanto adiacente ad un pub
Cena: Badbob’s hamburger non male ma niente di eccezionale/ O’Neill’s bar, un pub con formula self service con porzioni super abbondanti