SIERRA MAESTRA: SULLE ORME DELLA REVOLUCION CUBANA

di Francesca Orioli
Aprile 2016
 

Simbolo della Revolucion Cubana, la Sierra Maestra ha nascosto, fra la sua fitta vegetazione, la ‘Comandancia de la Plata’ il quartier generale dei barbudos di Fidel Castro ed Ernesto Guevara, durante la guerriglia contro le truppe di Fulgencio Batista, alla fine degli anni ‘50.

Chi vuole ripercorre le orme della storia che ha fatto conquistare all’Isla Rebelde un posto di tutto rispetto nel mondo dei grandi, non può tralasciare l’escursione tra le capanne dove il Lider non ancora Maximo rendeva concreto il sogno di indipendenza dall’oppressore americano e progettava il ‘”Patria, socialismo o muerte“.

La Comandancia si trova all’interno del Parque National Turquino ed è gestita dal Centro de Informacion de Flora y Fauna nel paesino di Villa Santo Domingo, a 16 km da Bartolomè Maso e 64 km da Bayamo, nella provincia di Grandma, nell’Oriente cubano. Ci si arriva con auto propria attraverso una strada non proprio agevole (ma fattibile anche con una Yaris come la nostra) oppure prendendo parte a escursioni organizzate da Bayamo o Santiago de Cuba. Le agenzie che ho trovato sono:

http://www.ecoturcuba.tur.cu/

http://www.bayamotravelagent.com (citato anche dalla Lonely Planet come Anley Benitez Rosales).

Noi abbiamo prenotato con Ecotur con arrivo con i nostri mezzi. L’appuntamento è al Centro Visite di Villa Santo Domingo all’ingresso del Parco, (facilmente riconoscibile, anche perchè non c’è praticamente altro) alle 8.30 del mattino. Il costo è di 27 CUC a testa (costo 2016) pagati in loco, compresivi di guida, passaggio in jeep fino all’Alto de Naranjo, punto di inizio della camminata e una merenda a fine escursione.

La partenza non è esattamente puntuale: alle 9,30 inizia il nostro giro. Siamo accompagnati dalla guida Raul che parla perfetto inglese (è un ex insegnante di lingua) che ci avvisa subito che il suo compenso è costituito dalle nostre mance (fingiamo di credergli) e “consiglia” 5 CUC a  testa.

Raul ci racconta con teatralità e un pizzico di patriottismo i punti salienti della lotta contadina e delle gesta dei comandanti. Il quartier generale conserva ancora 16 capanne in legno e paglia mimetizzate nella selva circostante. L’edificio più rappresentativo è chiaramente la Casa de Fidel, progettata con ben 7 vie di fuga in caso di emergenza. E’ ancora visibile il letto, una scrivania e il frigo a cherosene. Essere lì in mezzo a quella fitta foresta fa ben comprendere come la Sierra Maestra si stata il luogo ideale per pianificare e condurre la guerriglia contro Batista: i rifugi non furono mai scovati dall’esercito avversario.

Tutt’intorno altre capanne, di cui una allestita a museo con oggetti e fotografie che oltre a ricordare le vicende supportano la propaganda del ‘Fidel entre nosotros’ percepibile ancora in buona parte dell’isola, soprattutto qui nell’oriente che ha dato i natali all’abogado Fidel Castro Ruz e dove la lotta per l’indipendenza è nata. In cima alla collina c’è il luogo da dove venivano messe in onda le trasmissioni radiofoniche dei messaggi di Radio Rebelde. Più in basso c’è l’infermeria, dove il dottor Ernesto Guevara mise a frutto i suoi studi di medicina nel curare i feriti in battaglia.

L’interno della Casa de Fidel

La camminata tra la storia è molto piacevole, la vegetazione è rigogliosa, tra palme e piante di caffè riusciamo a vedere anche il Tocoroco, l’uccellino nazionale il cui piumaggio ha i colori della bandiera cubana.

il Tocoroco

Il percorso è di circa 3-4 km, su sentiero in altura, niente di complicato ma servono scarpe con una buona suola che permetta di non scivolare, anche perché le piogge sono frequenti e il terreno potrebbe essere in certi punti un po’ fangoso. Sul sentiero del ritorno facciamo tappa alla casa del campesino Osvaldo, figura chiave per gli aiuti civili ai militari e si crea l’occasione per divulgare un’altra dose del ‘Venceremos con la fuerza del pueblo’.

L’escursione dura circa due ore e mezza, ci possono essere un po’ di tempi morti nell’attesa della jeep all’Alto del Narajo per ritornare al Centro Visite. Ma si può ammazzare il tempo facendo qualche foto ricordo davanti ai cartelli segnalatori dei sentieri magari raccogliendo un po’ del fogliame secco chiamato ‘barba de Fidel’ per qualche ritratto rebelde.

il fogliame secco per farsi la ‘barba de Fidel’
L’albero della ‘Barba de Fidel’

Dall’Alto del Narajo parte anche la salita al Pico Turquino la montagna più alta di Cuba con i suoi 1974 m., una meta che pur avendo solo interesse naturalistico e non storico pare offra dalla cima un panorama memorabile sul mar dei Caraibi.

Villa Santo Domingo può essere un punto di appoggio per chi vuole pernottare immersi nel verde della foresta, dispone di bungalow lungo il fiume e un piccolo ristorante. Noi abbiamo pernottato la sera prima a Bayamo e a fine escursione siamo ripartiti ma il piccolo villaggio è senz’altro una buona soluzione perché è molto piacevole e in completa armonia con il paesaggio circostante.

Hasta la Victoria, Siempre.

Il nostro giro da Santiago a l’Havana QUI

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