Lì intorno: Bologna – Santa Maria della Vita

di Francesca Orioli

Di compianti al Cristo morto è piena l’arte sacra cristiana: aulico esempio in pittura è quello di Giotto nella Cappella degli Scrovegni. Più terreno e drammaticamente doloroso è il gruppo scultoreo in terracotta che si trova nella chiesa di Santa Maria della Vita a Bologna. L’autore è Niccolò Dell’Arca che lo ha realizzato intorno alla metà del quattrocento.

Lo strazio dei personaggi è verace, niente atmosfera divina e cosmica, qui la disperazione si propaga dai volti e dai corpi e trafigge lo spettatore che rimane di sale ad ammirare la scena. I protagonisti sono quelli classici che secondo il Vangelo erano attorno al corpo di Gesù al momento della sepoltura. Grande spazio alle donne, le Quattro Marie.

Etoile del palcoscenico è la Maria Maddalena con il suo urlo straziante enfatizzato dalle vesti innaturalmente gonfie dalla corsa, quasi una “chiangimuerti” dei funerali del sud per teatralità e tragicità. Poi Maria di Cleofa, che scaccia con la mano protesa in avanti il dolore della morte, la Madonna con le mani giunte e lo sguardo fisso sul corpo inerme del figlio e Maria Salomè con le dita che affondano nella propria carne per il dolore. Al centro San Giovanni, l’apostolo prediletto e a sinistra in sontuose vesti rinascimentali, come da tradizione, e con fare interrogativo verso lo spettatore, Giuseppe d’Arimatea, colui che tolse i chiodi dalle mani di Cristo. Ne manca uno, Nicodemo, colui che tolse i chiodi dai piedi. Pare che la statua del Dell’Arca avesse il volto del precedente signore della città e con l’accorpamento di Bologna allo Stato Pontificio fu fatta demolire.

Diciamolo, il povero Cristo non se lo fila nessuno.

Questo capolavoro è racchiuso nella chiesa di Santa Maria della Vita in via Clavature 8-10, biglietto 4 euro. Sono in corso lavori di restauro all’oratorio per cui l’ingresso è leggermente spostato rispetto al portone principale della chiesa.