di Francesca Orioli
Agosto 2018
Nell’India del Sud un fiabesco trenino risale le pendici delle Nilgiri ‘Blue’ Mountains, le alture dei Ghati Occidentali ai confine tra gli stati del Tamil Nadu, del Kerala e del Karnakata. Ooty è la Cortina d’Ampezzo di queste montagne, meta prediletta di molti indiani in villeggiatura. Arrivarci con il trenino storico a vapore patrimonio dell’Unesco è parte integrante della vacanza e l’esperienza ha tutte le caratteristiche per il miglior viaggio di nozze delle tradizioni del Sud.
Da assidua cliente e quasi azionista ad honorem di Trenitalia non potevo perdermi questo inerpicarsi di rotaia all’altro capo del mondo e mi sono organizzata per includere l’avventura nel mio viaggio nell’India meridionale.
Il trenino percorre la tratta Mettupalayam-Ooty, parte alle 7.10 di ogni mattina da Mettupalayam (MTP) e arriva alle 12 a Ooty (indicata negli orari come Udagamandalam UAM) percorrendo in 5 ore solo 46 km. Riparte poi alle 14 per la tratta inversa.
Per non rischiare di rimanere a piedi mi sono armata di sacrosanta pazienza e ho cominciato la trafila mesi prima per la prenotazione del treno: prenotare un qualsiasi treno indiano per uno straniero non è immediato perché è richiesto un numero di cellulare indiano. Si può ovviare procedendo così:
- registrarsi sul sito https://www.irctc.co.in/, con user e password
- richiedere alle ferrovie indiane il codice di autorizzazione per acquistare i biglietti dall’estero mandando mail e scansione della pagina del passaporto con i dati personali a care@irctc.co
- le ferrovie indiane vi risponderanno inviandovi un codice a 6 cifre. Sarà così possibile acquistare i biglietti in anticipo tuttavia non si potrà farlo dal sito principale delle ferrovie indiane ma utilizzando gli agenti di vendita ufficiali cleartrip.com o www.makemytrip.com
- registrarsi quindi su uno dei due siti sopra
- con tutti questi elementi: email, user ferrovie e codice a 6 cifre si riuscirà ad acquistare il biglietto on line.
Questa procedura non vale soltanto per la prenotazione del trenino per Ooty, ma per qualsiasi treno delle ferrovie indiane prenotabile.
Io ho utilizzato Cleartrip, il biglietto potrebbe risultare in stato ‘waitlist’, noi ci siamo presentati il giorno prima alla biglietteria di Mettupalayam e ce li hanno confermati. Per il numero del posto dovrebbe arrivare in messaggio sul telefono dopo qualche ora ma poiché su un cellulare italiano non arriva bisognerà ripresentarsi alla stessa biglietteria un po’ prima della partenza o chiedere direttamente al controllore al momento della salita sul treno. Insomma è un po’ un traffico ma fattibile.
Noi abbiamo pernottato la sera prima a Mettupalayam una cittadina senza un perché, all’hotel Catnap, che di senso ne ha ancora meno. Purtroppo l’amena località non offre molte altre alternative, perlomeno se si vuole rimanere nel raggio di un km dalla stazione. Chi non ha il biglietto si mette in coda all’alba o anche prima. Agosto non è, per questa meta, alta stagione e tutti quelli che abbiamo visto in fila sono riusciti a salire. La prima carrozza è quella di prima classe seguono carrozze “riservate” e quelle per i non prenotati (“passenger”). La prima classe ha 16 posti, i migliori dall’1 al 4 proprio dietro al macchinista e il biglietto, comprensivo di diritti di prenotazione, è costato la bellezza di circa 3 euro (magari in periodi di alta stagione aumenta…).
La stazione di Mettupalayam è sorprendentemente pulita anche se invasa dalle zanzare, dispone anche di una sala d’attesa con letti a 350 rupie (prezzi 2018) ma non saprei dire se altrettanto lindi.
L’attesa in stazione è oltremodo interessante: rifornimento di acqua per il vapore del treno, controllo di luci e clacson, aggancio della locomotiva al treno, continuo viavai di non prenotati che a gruppi vengono fatti salire. La controllora mette in riga i ‘reserved’, ma nulla può contro la ressa che fa la fila per salire sul posto del macchinista a farsi la foto.
C’è anche un piccolo museo con la storia del trenino e dei paesaggi che attraversa, ma durante il nostro passaggio era chiuso per restauro.
Finalmente si parte, anche se il caldo indiano è soffocante e la velocità del treno è irrisoria, è utile portarsi una felpa perché i finestrini rimarranno tendenzialmente aperti e comunque si sale fino a 2200 metri. Il mitico trenino a vapore ha la locomotiva che spinge da dietro, il fumo esce peggio che una ciminiera e l’onomatopeico ciuf ciuf è quanto mai azzeccato. In qualche tratto sulle rotaie compare anche la dentatura della cremaliera, cosi il fumo aumenta, il sibilo ingigantisce.
Il viaggio è davvero un’esperienza incredibile. Non solo per il paesaggio, che passa dalla foresta di palme alle distese di coltivazioni di tè, ma per lo svolgimento del viaggio stesso. Ad ogni galleria o quando si passa tra rocce strette si elevano le urla dei passeggeri, come sulle giostre del luna park, ad ogni fermata si scende tutti dal treno e si sta fermi 10-15 minuti, per rifornire di acqua la locomotiva: ci sono bagni in abbondanza e spesso anche venditori di cibo. Ogni tappa è un momento di festa: foto e selfie colmano le attese più dei samosa fritti incartati nella carta del giornale.
Lo sguardo spazia su vallate immense, profonde e verdissime. I binari sono pieni di vita: operai, gente che attraversa, scimmie pronte al saccheggio, pavoni che sgranchiscono la coda. All’interno delle carrozze invece ogni tanto a qualcuno cala la palpebra: sarà il cullare del trenino, sarà la controllora che intona una nenia. Io invece sto sull’attenti per tutto il tempo, incuriosita ed emozionata… o è il freschino che mi tiene sveglia (forse un antivento avrebbe aiutato).
Come non mai in questo caso conta più il viaggio della meta ma la destinazione Ooty è comunque una cittadina molto carina. Purtroppo è abbastanza caotica per essere la perla delle dolomiti indiane, ma del resto l’India proprio silenziosa e ordinata non è. Il suo maggior pregio è quello di essere ammantata da brillanti piantagioni di tè. Non avendo potuto raggiungere Munnar per le esondazioni che hanno gravemente colpito il Kerala nei giorni del nostro viaggio, ho finalmente potuto vederle qui a Ooty. Attraverso l’agenzia locale Royal Travel, trovata sul posto, abbiamo fatto una passeggiata con guida tra le piantagioni a circa 12 km da Ooty: la gita è partita alle 9,30 del mattino e terminata alle 16, costo di 700 rupie a testa (il nostro era un gruppetto da 5 persone tutti europei) più 100 rupie per il pranzo. Per i prezzi indiani, l’escursione è molto cara ma ne è valsa la pena.
A Ooty ci si può trascorrere qualche giorno per godersi la fresca temperatura di montagna lontano dall’afa torrida delle pianure, godersi una passeggiata intorno al lago e nel giardino botanico. Vale la pena visitare una delle Tea Factory, le fabbriche di lavorazione del tè dove si vedono i passaggi della trasformazione e si imparano le qualità delle foglie. Le visite sono gratuite.
Noi abbiamo pernottato al Rainbow Palace che consiglio per un buon rapporto qualità prezzo e una bella vista sul paesaggio, qui la mia recensione:
https://www.booking.com/hotel/in/rainbow-palace.en-gb.html#tab-reviews
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