Lì intorno: Venezia – La Scuola Grande di San Rocco

di Francesca Orioli

Nel vagare tra i sestieri, calli e sotoporteghi, merita senz’altro una visita la Scuola Grande di San Rocco a Venezia, capolavoro della città e opera omnia del Tintoretto che qui ha lavorato con grande profusione tra il 1564 e il 1587. Le Scuole Grandi erano corporazioni nate nella fiorente e feconda Repubblica di Venezia. Mentre  i piccoli artigiani erano aggregati in ‘Scuole di arti e mestieri’ che avevano lo scopo pratico di creare una forma di mutuo soccorso tra operatori dello stesso mestiere, l’alta borghesia era organizzata in ‘Scuole Grandi’,  più ’radical chic’ e con scopi benefici, che, per meglio suffragare i nobili intenti si appoggiava ad un proprio santo protettore che rendesse giusta,  per definizione ogni azione.  Ma dietro a questi scopi samaritani le Grandi divennero veri centri del potere e riscossione delle tasse dagli associati conquistando un ruolo fondamentale nella gestione finanziaria della Serenissima. Lì circolavano i soldi, e molti. Quella di San Rocco era una delle Grandi più importanti, fondata nel 1478, ubicata nel sestiere di San Polo e talmente ricca e potente che sopravvisse anche alla caduta della Repubblica. La sua ricchezza è ancora oggi testimoniata da una magniloquente sede sociale per la decorazione della quale venne ingaggiato appunto il Tintoretto che qui dipinse ben cinquantasei tele di grandi dimensioni:

  • nella Sala dell’Albergo – luogo di assemblee dei governatori della corporazione – si susseguono episodi della vita di Gesù fino alla crocifissione
  • nella Sala Capitolare – l’ambiente delle riunioni plenarie – con scene del Nuovo e Antico Testamento
  • nella Sala Terrena – ingresso e accoglienza -ma anche luogo per la celebrazione di funzioni liturgiche – immagini legate a Maria e all’infanzia di Gesù.

Diciamo che il Tintoretto per accaparrarsi l’appalto ha giocato un po’ di furbizia: nel bando di gara i partecipanti avrebbero dovuto presentare i disegni entro un mese, ma mentre tutti si stavano attenendo alle disposizioni, il Tintoretto fece trovare una tela per il soffitto della Sala dell’Albergo fatta e finita con un prorompente ‘San Rocco in Gloria’ affermando che per lui operava così, e che se anche non si fosse aggiudicato la commessa avrebbe lasciato il dipinto in regalo. Chi più soldo ha meno ne vuol spendere: fu così che la Grande siglò il contratto con il Tintoretto che come ‘ribasso d’asta’ offrì la decorazione dell’intero soffitto della Sala dell’Albergo a titolo gratuito a fronte del cospicuo ingaggio sulle pareti e poi successivamente sulle altre sale. Il nostro vigente codice degli appalti avrebbe qualcosa da ridire a riguardo ma chiudiamo un occhio e godiamoci lo spettacolo che è giunto fino a noi.