TRA VERDE E BLU NELLA GRANDE TRAVERSATA ELBANA

di Francesca Orioli
Inizio giugno 2022

Attraversare a piedi l’isola d’Elba significa regalarsi un punto di vista senz’altro unico nell’ammirare questo polmone verde dell’arcipelago toscano. L’affascinante sentiero mappato come GTE – Grande Traversata Elbana – costituisce la spina dorsale da seguire per entrare nel cuore dell’isola.

Difficile seguire pedissequamente il ‘percorso ufficiale’ perché tendenzialmente bisogna sempre staccarsi dal tracciato per pernottare, ahimè è vietato l’accampamento libero e le strutture sono poche. In linea generale si parte dal porto di Cavo, si fa tappa nei pressi di Porto Azzurro, si risale verso Procchio al centro dell’Isola e si prosegue verso Poggio includendo la salita al Monte Capanne, la vetta più alta. Da qui poi il percorso si divide in GTE Nord fino a Patresi e in GTE Sud fino a Pomonte. Per un totale di 4 tappe. Questo diciamo ‘in teoria’ ma poi bisogna fare i conti con la disponibilità dei pernottamenti, dai giorni a disposizione e dalle proprie preferenze.

Racconto qui la mia esperienza, frutto di un compromesso tra la totale assenza di disponibilità in strutture ricettive nel periodo del ponte del 2 giugno (pur cominciando ad organizzare un mese prima) e i giorni di ferie a disposizione. Dovendo optare  per la tenda, abbiamo adeguato forzatamente le tappe escludendo Procchio e Marciana a nord est perché privi di campeggi.

Ecco il nostro giro, ci siamo avvalsi anche dell’app maps.me:

1° GIORNO: CAVO – PORTO AZZURRO

Lasciamo la macchina a Piombino (parcheggio Alvin 8€ al giorno prezzi 2022), prendiamo l’aliscafo delle 8,40  e in 15 minuti siamo al porto di Cavo, insieme ad una transumanza di altri camminatori zaino-in-spalla.

Seguiamo i cartelli GTE, il caldo delle 9 non lascia molte speranze per il proseguimento della giornata, ma ce lo aspettavamo. Siamo già un po’ avanti con la stagione e l’anticiclone africano del momento ci ha pestato giù duro in anticipo quest’anno. Da Cavo saliamo in direzione Montegrosso con un primo affaccio su Portoferraio e uno sguardo d’insieme sull’isola nei pressi di Semaforo (350 m. slm), una postazione di controllo e difesa militare durante la II Guerra Mondiale.

Vista nei pressi di Semaforo

Verde e blu sono i colori che ci riempiono gli occhi anche se un po’ di foschia offusca la meraviglia. Proseguiamo seguendo le bandierine GTE, si scende fino a Case Colli (132 m. slm) per poi risalire in corrispondenza del Monte Strega (427 m. slm). I saliscendi sono il leit motiv della giornata, saliamo al Monte Capannello (341 m. slm) e poi a Cima del Monte (516 m. slm) che vince il premio per originalità in toponomastica.

La vista da Cima del Monte

Il panorama è impagabile, con l’orizzonte interrotto dalla Fortezza del Volterraio, papaveri in primo piano, fiori tutt’intorno e Portoferraio sullo sfondo.

La Rocca del Volterraio

Toccato il punto più alto della tappa cominciamo a scendere, ci sono diversi sentieri per arrivare a Porto Azzurro, noi optiamo per il CAI 205 che passa per il Santuario della Madonna di Monserrato, perché la nostra meta finale della giornata è il Camping Arrighi che rimane un po’ ‘in periferia’ rispetto al paese di Porto Azzurro, in località Barbarossa.

Scendendo da Cima del Monte

Il sentiero è segnalato come EE per escursionisti esperti perché presenta una forte pendenza e con fondo sconnesso. La chiesa è chiusa, e pare che lo sia praticamente sempre se non per la settimana attorno all’8 settembre in occasione della festa del santuario, ma la location è davvero strepitosa: cipressi, agave giganti, rocce brulle, tripudio di fiori e un panorama magnifico. Vale la pena essersi massacrati le ginocchia!

Santuario del Monserrato

Passato il Santuario siamo in dirittura d’arrivo, ormai siamo su strada. Il Camping Arrighi è carino e direttamente sul mare, ceniamo all’Osteria Moresca, attaccata al campeggio e quasi sulla spiaggia, buona cucina e cordialità. 

Distanza percorsa: 17km, dislivello 900 m in salita, altrettanto in discesa. Non do indicazioni sui tempo perché lo zaino con la tenda e il caldo hanno inciso molto sulla tempistica del cammino.

2° GIORNO: PORTO AZZURRO – MARINA DI CAMPO

Smontata la baracca, partiamo in direzione dell’abitato di Porto Azzurro che ci colpisce per le cascate di fiori che scendono dalle case e la raffinatezza del piccolo centro. Dopo una tappa Coop per approvvigionamento, affrontiamo i primi 250 m di salita per poter valicare la prima altura per ri-agganciarci al GTE seguendo le indicazioni dell’innesto e località Casa Marchetti. Sempre accompagnati da ginestre, ulivi e fiori profumati, scendiamo verso Campo ai Peri: poi la strada risale con una carrareccia di terra rossa che prosegue ‘soft’ fino ad uno ‘strappo’ finale prima di immettersi in una ulteriore strada sterrata di ghiaia bianca. Scendiamo verso Fonte Schiumoli ricchi di speranza di trovare una sorgente d’acqua  (che ahimè non c’è, anche se segnalata in certi racconti – dipenderà dal periodo) poi di nuovo salita fino a Colle Reciso e Poggio del Molino a Vento (288 m. slm). Seguiamo ancora per un po’ le indicazioni per rimanere sul GTE verso Colle di Procchio ma la nostra destinazione per il pernottamento è Marina di Campo – Località la Foce. Troviamo il cartello proprio per ‘Località la Foce’ ma dà un tempo di 3,50 ore che ci sembra fuori misura, forse perché la prende molto larga. Ci affidiamo allora all’app maps.me che in effetti ci fa fare un sentiero sicuramente non politically correct: un imbocco di sterrata che scende rovinosamente verso un deposito di cantiere (indicato sulle mappe on line come Nanni Elba – Cooperativa Agricola Forestale), da qui arriviamo al borgo di case Bonalaccia-Filetto e su strada si arriva a Località La Foce dove abbiamo prenotato il nostro Camping La Foce. Il campeggio è carino, i gestori sono molto accoglienti, c’è un piccolo negozietto di alimentari per fare scorta cibo. E’ sul mare, per cui tutta la notte si è cullati dal rumore della risacca. La spiaggia e il mare non sono sicuramente fra i migliori dell’isola perché il fondale è sabbioso con quello che ne consegue sulla  limpidezza dell’acqua ma è un buon punto per ristorarsi. La località La Foce è di fatto una ‘frazione’ della più grande Marina di Campo (che è a 2km) ospita tre campeggi, alcune strutture ricettive e ristoranti. Per la cena, noi ci siamo trovati bene al Ristorante 3P, cucina di pesce di buon livello, ma anche pizzeria.

Tramonto in Località La Foce

Distanza percorsa: 23 km, dislivello 700 m in salita/altrettanti in discesa

3° GIORNO: MARINA DI CAMPO -MONTE PERONE – MONTE CAPANNE – POMONTE

Lasciamo montata la tenda e finalmente camminiamo con il solo peso dell’acqua e poco altro. Per fortuna, perché il percorso della giornata si è rivela abbastanza impegnativo con la salita prima al Monte Perone e poi al Capanne. Lasciamo il borgo La Foce attraversando il paese di La Pila, prendiamo via del Brumaio e ci troviamo di fronte all’aeroporto dell’Isola. Anche stavolta la strada che facciamo per raggiungere il GTE non deve essere molto ‘conventional’ ma il nostro maps.me in un qualche modo ci porta all’innesto. Quando ci troviamo sul percorso seguiamo quindi per il Monte Perone, anche se i cartelli ufficiali ci sono sembrati totalmente sbagliati e contraddittori nel conteggio dei tempi. Ma poco male, ci mettiamo di buzzo buono, muti per risparmiare energia, si sale per il ripido sentiero che diventa una scalinata.

In cima al Monte Perone

Su in cima (630 m. slm) tira un bel vento, per la prima volta fa anche freddino, quindi la vista ce la godiamo in fretta, il tempo di una merenda e qualche foto. Puntiamo poi verso il re dell’isola, il monte Capanne, la cui vetta è imperiosa davanti a noi, dandoci anche l’illusione di essere velocemente raggiungibile.

Dal Perone al Capanne

Ci aspetta un bel sentiero nel bosco che poi sbuca a rivelare la ‘pietraia’ che scende dalla cima impressionandoci un po’. Avvicinandosi alla montagna ci si imbatte in un bivio, ovvero la biforcazione del GTE (833 m. slm) e  le indicazioni per raggiungere la vetta sono due: con il GTE Nord si prende il percorso che gira alla larga, con il GTE Sud che contempla una ferrata. Un po’ timorosi prendiamo la via lunga che circumnaviga il monte per salire per poi optare comunque per la ferrata per scendere: con il senno di poi la via migliore sarebbe  salire per il percorso sud (la ferrata è comunque un tratto fattibile anche dai non esperti come me) ed eventualmente ridiscendere per il percorso largo a nord. Molti camminatori, soprattutto per evitare di salire con lo zaino pesante sulla ferrata, lasciavano il peso in basso per poi recuperarlo una volta ridiscesi.

La salita al Capanne dalla via ‘lunga’ (GTE Nord)

La cima del Capanne regala una vista incredibile su tutte le isole vicine, verde e blu all’ennesima potenza con un’esplosione di giallo ovunque delle ginestre. 

Quasi in cima al Capanne: panorama con cestovia

Gialla è anche la cestovia che da Marciana porta in cima, quindi su in alto troviamo un bel po’ di gente. Ci sarebbe anche un bar ma che risulta inspiegabilmente chiuso, avrebbero fatto soldi a palate, ma lo spirito imprenditoriale deve essere rimasto a livello del mare.

La vista dal Capanne

Cerchiamo un fazzoletto di ombra (molto scarsa) per mangiare e riprendiamo il cammino. Dopo aver affrontato la via diretta con ferrata, il nostro cammino prosegue sul GTE Sud con direzione Pomonte. A Filicaie (839 m. slm) il cartello per Pomonte segna h. 3,10 e con buona volontà gli andiamo dietro. Il sentiero è molto bello, rimane per molto tempo in cresta e i panorami sono meravigliosi nell’aprirsi verso le ampie vallate disegnate dai monti. Passiamo per il colle della Grottaccia, ogni tanto ci giriamo indietro per ammirare il Capanne che ci sovrasta e che ormai sembra lontano. Ci sorprendono costruzioni in pietra simili ai nuraghi lungo il percorso che regalano un tocco originale ai nostri scatti fotografici.

Il cammino è davvero molto affascinante ma la temuta discesa  verso Pomonte non sembra arrivare mai portando scoraggiamento quando si incontrano ulteriori salite. Poi finalmente compare la vista di Pomonte giù in basso e si vede la fine della giornata di cammino. Il sentiero potrebbe essere tenuto meglio, in molti casi la vegetazione ha preso il sopravvento e i graffi alle gambe sono all’ordine del giorno.

Pomonte ci accoglie con una fontanella vicino alla chiesa e ben due bar con bevande fresche e tanto desiderati gelati e ghiaccioli. Da qui prendiamo l’autobus che ci riporta a Marina di Campo al nostro campeggio.

Distanza percorsa: 17 km, dislivello: 1150 m in salita/altrettanti in discesa

Pomonte dall’alto

NOTE GENERALI

Il fatto che le altezze dei monti elbani non siano importanti potrebbe portare a sottovalutare i dislivelli: invece se il pernottamento lo si trova sulla costa ahimè si riparte sempre dal livello del mare! I sentieri sono spesso sassosi quindi bisogna attrezzarsi con buone suole e bastoncini. A volte i cartelli delle indicazioni sono un po’ confusi, meglio essere dotati di cartine, gps, mappe online dei sentieri.

Dispiace un po’ constatare che per i camminatori si potrebbe fare qualcosa di più. Non è stata un’impressione solo nostra ma emersa dalla condivisione con molte altre persone incontrate durante il cammino. Comprensibile che non ci siano fontanelle durante il percorso ma forse in alcuni punti (vedasi la cima del Capanne) la vendita di qualsiasi forma liquida potrebbe aiutare. Magari anche qualche struttura in più per il pernottamento sul percorso non guasterebbe, anche sotto forma di rifugi, ostelli, bungalow, camerate. La sensazione di accoglienza ha lasciato a desiderare anche nella rete dei bus con informazioni difficili da reperire: gli orari della linea 116, che presta servizio toccando alcuni punti a valle dei percorsi, si trovano  sul sito delle Autolinee Toscane: http://www.at-bus.it – servizi extraurbani Livorno –  attenzione che è necessario scaricare l’app TABNET per pagare il biglietto (non acquistabile né presso rivenditori né a bordo).

Nonostante ciò però le bellezze sono state così tante che rimane la voglia di tornare per esplorare l’isola da altri punti di vista, toccando più da vicino le sue spiagge e le sue coste.

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